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Finora il movimento Hamas non è stato ancora classificato dalla Svizzera come organizzazione terroristica né è stato proibito. L’ideologia e le azioni mostrano tuttavia chiaramente il suo sfondo estremistico, terroristico e antisemita. La FSCI e la PELS chiedono alla Svizzera un ripensamento del suo atteggiamento nei confronti di Hamas. Non può essere che Hamas possa muoversi liberamente in Svizzera, raccogliere fondi e gestire tranquillamente le proprie finanze.
Da anni si discute in Svizzera di classificare il movimento islamico radicale Hamas chiaramente come organizzazione terroristica e, di conseguenza, di vietarlo. Il Consiglio federale ha ripetutamente ribadito l’opinione che la legge federale sulle attività informative consentirebbe un tale divieto solo se le Nazioni Unite decidessero in tal senso. Attualmente, in Svizzera, sono pertanto vietati solo i movimenti «Al Qaida» e «Stato islamico». Il Consiglio federale condanna, tuttavia, le inaccettabili posizioni e azioni di Hamas. La FSCI e la PELS chiedono ora di rivedere l’atteggiamento finora tenuto dalla Svizzera nei confronti di Hamas.
L’ideologia antidemocratica, misantropa e antisemita di Hamas
Hamas sostiene un’ideologia profondamente antidemocratica, misantropa e antisemita. Nella sua Carta di fondazione Hamas incita all’uccisione di ebrei e invoca il mito antisemita della cospirazione globale ebraica. Inoltre, Hamas ha negato in varie occasioni l’Olocausto. Il Consiglio federale, a sua volta, rimanda a un documento programmatico di Hamas del 2017, nel quale Hamas si mostrerebbe «più pragmatico». Tale documento programmatico non sostituisce però la Carta di fondazione, che finora non è mai stata definita come priva d’oggetto. Ma persino nel nuovo documento programmatico si contesta il diritto di esistenza di Israele e si difende la lotta armata come mezzo legittimo di resistenza. Questi due ultimi aspetti sono già stati condannati «in tutta chiarezza» dal Consiglio federale. Ciononostante, la politica svizzera in Medio Oriente ritiene di essere ancora in dialogo con Hamas. Secondo la tradizione dei «buoni servizi», in un conflitto si dovrebbe parlare con tutte le parti in causa per mantenere aperto il dialogo e la possibilità di trattative di pace. Ne siamo consapevoli e possiamo comprenderlo. Ma proprio ora Hamas manifesta nuovamente il proprio atteggiamento radicale ed estremista. Nelle scorse due settimane sono stati lanciati oltre 3000 razzi su città e insediamenti israeliani. Hamas mira ai civili e tiene in ostaggi la propria popolazione.
Hamas è un’organizzazione terroristica
In passato Hamas ha mostrato l’ideologia che sostiene e quali mezzi è disposta a impiegare. Il presente, con l’incessante bombardamento di civili, mostra che Hamas sta continuando su questa strada e si serve senza remore del terrore come strumento. La valutazione del Consiglio federale per quanto concerne gli obiettivi e il ruolo di Hamas non corrisponde alle realtà vissute dalle popolazioni in Medio Oriente. In Svizzera Hamas può invece muoversi liberamente, raccogliere fondi e gestire tranquillamente le proprie finanze. Nell’Unione europea ciò non è possibile, avendo l’UE classificato ripetute volte e in modo coerente Hamas come organizzazione terroristica. E lo hanno fatto anche altri Paesi in tutto il mondo. È venuto il momento che anche la Svizzera riveda il proprio atteggiamento nei confronti di Hamas e dia un chiaro segnale sia contro i suoi atteggiamenti estremisti e antisemiti che contro le sue azioni terroristiche. Hamas deve essere trattata anche in Svizzera per ciò che è: un’organizzazione terroristica.
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