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Le spaccature sociali sempre più profonde a causa della pandemia emergono anche dalle indagini condotte per il rapporto sull’antisemitismo della FSCI e della GRA. Si sono verificati più episodi antisemiti sia nel mondo reale che online. In particolare sono sensibilmente aumentate le teorie complottiste antisemite connesse alla pandemia da coronavirus. Inoltre nel 2022 sarà istituito un apposito Osservatorio per registrare gli episodi antisemiti nella Svizzera di lingua italiana.
I dibattiti dai toni accesi e inconciliabili in merito alla pandemia e alle sue conseguenze portano a una maggiore diffusione di atteggiamenti antisemiti. Le indagini condotte per il rapporto sull’antisemitismo della FSCI e della GRA Fondazione contro il razzismo e l’antisemitismo corroborano l’impressione che nel 2021 si siano ulteriormente accentuate le spaccature e le discordie sociali. Lo dimostrano gli episodi di antisemitismo osservati e in particolare le teorie complottiste antisemite che si sono diffuse a macchia d’olio negli ambienti dei «no vax» e dei «ribelli del Covid». Gli atti di vandalismo contro le sinagoghe di Ginevra, Losanna e Bienne verificatisi all’inizio del 2021 sono un campanello d’allarme perché alle parole possono seguire i fatti.
Cifre e categorie del 2021
Nel 2021 sono stati registrati 53 episodi di antisemitismo nella Svizzera di lingua italiana, tedesca e retoromanza, senza contare l’ambito online. Rispetto all’anno precedente ciò significa per il mondo reale un aumento di 6 casi rispetto ai 47 episodi registrati nel 2020. All’aumento hanno contribuito in particolare 23 invii antisemiti (+8), cui si aggiungono 16 ingiurie (+5) e sette dichiarazioni antisemite pubbliche (+2). Con 7 graffiti e scritte (-8) si è registrata una diminuzione degli episodi in questa categoria. Inoltre si è di nuovo verificato un danneggiamento, ma nessun atto violento.
Dalle indagini emerge un forte incremento nel settore online. Nel 2021 sono stati registrati 806 episodi di antisemitismo, vale a dire un numero nettamente più elevato di episodi online rispetto al 2020 con 485 casi, corrispondente a un aumento del 66 per cento. Complessivamente, nel 2021 sono stati pertanto registrati 859 episodi osservati e segnalati nel mondo reale e nell’ambito online. Va rilevato che fra le piattaforme online sulle quali sono stati diffusi contenuti antisemiti, Telegram è stata di gran lunga quella su cui è stata riscontrata la maggior parte degli episodi, che hanno rappresentato il 61 per cento degli episodi online nel 2021. Anche nel 2021, oltre alla pandemia da coronavirus dominante tra i fattori scatenanti degli episodi antisemiti sono stati registrati solo pochi «trigger» diversi e di minore importanza.
La pandemia da coronavirus quale fattore scatenante permanente di episodi antisemiti
La pandemia da coronavirus ha funto da «trigger» nell’arco di quasi tutto l’anno in esame. Come già l’anno precedente, soprattutto le teorie complottiste antisemite riferite alla pandemia da coronavirus hanno trovato vasta diffusione. Si è trattato di nuovo degli ambienti dei cosiddetti «ribelli del Covid», in cui sono stati osservati molteplici teorie complottiste oltre a dichiarazioni e immagini di matrice antisemita, di norma nelle chat su Telegram. In tale sede sono stati registrati 451 episodi antisemiti in otto diverse chat dei «ribelli del Covid», ossia un numero nettamente superiore rispetto a quello registrato l’anno precedente (135). Va rilevato che la percentuale degli episodi riferiti alla pandemia registrati online è aumentata ancora sensibilmente. I «ribelli del Covid» e le loro chat attirano persone con atteggiamenti antisemiti che diffondono anche in tale sede le proprie rozze idee. La pandemia da coronavirus si è dunque rivelato il trigger determinante per gli episodi antisemiti, dopo il 2020 ora ulteriormente rafforzato nel 2021.
Nessun ritegno a fare paragoni inopportuni tra la Covid-19 e la Shoah
Un grande e grave problema che continua a essere presente negli ambienti dei «ribelli del Covid» e dei «no vax» sono i frequenti e inappropriati paragoni con il regime nazionalsocialista nonché con la persecuzione e lo sterminio della popolazione ebraica durante la Shoah. È stato possibile osservare questo fenomeno sia nelle chat che nelle manifestazioni di piazza. L’esempio più noto è quello delle «stelle di Davide» gialle messe in mostra. Secondo la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance IHRA, i paragoni non possono tuttavia essere classificati di per sé come antisemiti e quindi non possono essere assegnati alla categoria «Banalizzazione della Shoah». Benché i paragoni fatti in tale contesto non siano di per sé antisemiti, nella loro quantità, frequenza e diffusione portano a un indebolimento della percezione delle vicende dell’epoca e quindi sì a una certa banalizzazione. La FSCI e la GRA hanno pertanto lanciato diversi appelli anche nel 2021 ad astenersi da simili paragoni.
Situazione in tutta la Svizzera
La situazione nella Svizzera francese viene rilevata in un proprio rapporto dal Coordinamento intercomunitario contro l’antisemitismo e la diffamazione CICAD. Una sintesi comune riassume le tendenze più importanti. Quest’anno le cifre relative alla Svizzera sono illustrate e pubblicate per la prima volta nel loro complesso e contemporaneamente. Nel 2021 il CICAD ha registrato 165 episodi antisemiti nella Svizzera romanda. Come precedentemente illustrato, nel resto della Svizzera ne sono stati registrati 859. Le tendenze riportate in entrambi i rapporti sono analoghe. Va rilevato che sono state registrate due aggressioni fisiche a persone di confessione ebraica in Romandia, mentre nel resto del Paese non sono stati registrati simili episodi. Il forte aumento di episodi antisemiti in Internet e nei social media è stato invece meno pronunciato in Romandia. Gli episodi di negazione o banalizzazione della Shoah sono aumentati in tutta la Svizzera, seppur in misura maggiore nella Svizzera francese rispetto al resto della Svizzera.
Ampliamento dei contenuti del rapporto e un nuovo ufficio di segnalazione di lingua italiana
La situazione dell’antisemitismo in Svizzera richiede interventi volti a impedire un ulteriore rafforzamento degli atteggiamenti antisemiti. Ora il rapporto contiene anche raccomandazioni e richieste. Concretamente, la FSCI e la GRA richiedono dalla politica maggiori investimenti in interventi educativi contro le teorie complottiste, maggiore sostegno statale ai progetti di prevenzione, finalmente anche un impegno dello Stato nel monitoraggio degli episodi di antisemitismo e razzismo e un esame dei mezzi giuridici per rilevare l’istigazione all’odio. Quest’anno il rapporto è stato molto ampliato e integrato di contenuti analitici e informativi, ad esempio una panoramica sulla situazione di sicurezza in Svizzera, un’analisi focalizzata sull’antisemitismo in Europa, un elenco di interventi preventivi e penali comprese le condanne in sede giudiziaria (6 nel 2021) e infine una sezione sulla metodologia del monitoraggio online. Inoltre quest’anno il rapporto sull’antisemitismo viene pubblicato per la prima volta anche in versione integrale in lingua italiana e inglese. A partire dalla primavera del 2022 la Goren Monti Ferrari Foundation istituirà, con il sostegno dell’Università della Svizzera Italiana, un apposito Osservatorio destinato a ricevere e registrare gli episodi antisemiti nella Svizzera di lingua italiana. Tali episodi saranno poi trasmessi alla FSCI e confluiranno nel rapporto sull’antisemitismo 2022.
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Versione integrale del rapporto
I dibattiti dai toni accesi e inconciliabili in merito alla pandemia e alle sue conseguenze portano a una maggiore diffusione di atteggiamenti antisemiti. Lo dimostrano gli episodi di antisemitismo osservati e in particolare le teorie complottiste antisemite che si sono diffuse a macchia d’olio negli ambienti dei «no vax» e dei «ribelli del Covid». Il numero di episodi antisemiti verbali e fisici rimane a un livello basso, ma tende ad aumentare. Nell’ambito online si rileva un forte aumento. Anche nel 2021 il principale fattore scatenante è stata la pandemia da coronavirus.
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