-
La FSCI
- Chi siamo
- Organizzazione
- SIG-Zukunftsstiftung
- I nostri membri
- Documenti
-
Cooperazioni
- Unione svizzera dei comitati ebraici di assistenza ai rifugiati
- Fondazione Storia ebraica contemporanea
- Dialogo interreligioso
- Commissione federale contro il razzismo
- World Jewish Congress
- European Jewish Congress
- European Council of Jewish Communities
- Piattaforma degli ebrei liberali della Svizzera
-
Posti vacanti
-
- Media Contatto Dona ora Segnala un episodio
Gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele e la guerra a Gaza hanno provocato una drastica impennata del numero di episodi antisemiti registrati off e online nel 2023. In particolare nel mondo reale si è registrata un’intensità mai vista prima d’ora nella scelta delle parole e persino nelle aggressioni fisiche. Il tentato omicidio di un ebreo a Zurigo avvenuto all’inizio di marzo di quest’anno rappresenta il culmine di questa dinamica.
Gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 e la successiva guerra contro Hamas a Gaza hanno scatenato una vera e propria ondata di antisemitismo. Le indagini condotte per il rapporto sull’antisemitismo della Federazione svizzera delle comunità israelite FSCI e della GRA Fondazione contro il razzismo e l’antisemitismo rivelano un drastico aumento di episodi antisemiti e il manifestarsi di un evento scatenante mai osservato in questa misura negli ultimi decenni. Il 74 per cento degli episodi registrati nel 2023 nel mondo reale e il 47 per cento di quelli online sono avvenuti dopo il 7 ottobre. Particolarmente gravi sono stati i 10 atti violenti registrati, ossia aggressioni fisiche contro persone ebree. Fino ad allora si era registrato solo uno o nessun atto violento all’anno.
Cifre e categorie del 2023
Rispetto all’anno precedente si è riscontrato un aumento enorme e senza precedenti degli episodi di antisemitismo nel mondo reale, il cui numero è salito a 155, ossia 98 in più (2022: 57). In poco meno di tre mesi, tra il 7 ottobre e la fine dell’anno, sono stati registrati 114 episodi. Sei dei 10 atti violenti (2022: 1) sono avvenuti nel solo mese di ottobre e complessivamente sette sino alla fine dell’anno. Anche nelle categorie «Graffiti e scritte», «Manifestazioni» e «Manifesti e striscioni» il forte aumento degli episodi sono riconducibili al periodo dopo il 7 ottobre: 34 dei 42 graffiti e scritte registrati (2022: 9), sette delle otto manifestazioni (2022: 1) e tutti i 10 manifesti e striscioni (2022: 1) risalgono a quel periodo. Per quanto riguarda le ingiurie, la distribuzione diseguale nell’arco dell’anno è meno marcata: 18 delle 47 ingiurie (2022: 16) sono state registrate dopo il 7 ottobre. Soltanto nelle dichiarazioni, 11 su 38 dopo il 7 ottobre, non si è osservato un aumento straordinario nel quarto trimestre (2022: 6). Nel 2023 non sono stati segnalati danneggiamenti.
Nell’arco di tutto l’anno in esame il numero degli episodi di antisemitismo registrati nel mondo digitale è aumentato solo minimamente, passando da 853 a 975. La distribuzione diseguale, tuttavia, è anche qui significativa: con 459 episodi dopo il 7 ottobre. La maggior parte degli episodi osservati e segnalati continua a provenire da Telegram, anche se l’incidenza percentuale del 75 per cento registrata nel 2022 è lievemente scesa al 68 per cento nel 2023. Complessivamente sono stati quindi osservati o segnalati 1130 episodi di antisemitismo (2022: 910).
Gli attacchi terroristici di Hamas e la guerra a Gaza sono stati un forte fattore scatenante
Un simile aumento nel mondo reale di atti violenti, scritte, ingiurie ed episodi antisemiti in occasione di manifestazioni di piazza in così poco tempo è senza precedenti. Anche il contenuto delle scritte e delle lettere ha raggiunto una violenza finora sconosciuta in Svizzera, con minacce di morte e fantasie di sterminio tipo Shoah. Già negli anni precedenti si è potuto osservare un aumento di episodi di antisemitismo dovuto a determinanti fattori scatenanti o «trigger»: per esempio eventi di portata nazionale o internazionale oppure articoli sui media, che provocano un elevato numero di episodi di antisemitismo per un periodo di tempo limitato (di solito per pochi giorni). Gli attacchi terroristici del 7 ottobre e la successiva guerra a Gaza costituiscono un tale fattore scatenante, che però stavolta ha scatenato una vera e propria ondata di antisemitismo. Questo fenomeno diventa evidente anche nella categoria «Antisemitismo riferito a Israele», la cui percentuale è cresciuta dal 6,4 per cento nel 2022 al 20 per cento nel 2023.
Nella misura in cui è stato possibile classificarli, è chiaro che sono stati triggerati diversi gruppi: sia estremisti filopalestinesi di destra e di sinistra che persone appartenenti al centro della società. Come già riportato nei precedenti rapporti sull’antisemitismo, la piattaforma Telegram è il canale online che in Svizzera genera numerosi episodi di antisemitismo. In molte chat Telegram è infatti possibile praticare aperto antisemitismo senza che vengano cancellati i contenuti o bloccati gli utenti. Qui continua a imperversare quella subcultura antisociale, antistatale e sensibile alle teorie cospirazioniste, nella quale l’antisemitismo è praticato in modo quasi incontrastato. In termini di contenuto e aspetto, esso si adatta alle tematiche attuali, siano esse il coronavirus, la guerra in Ucraina o, per l’appunto da ultima, la guerra di Israele contro Hamas.
Il tentato omicidio di un ebreo è il crimine d’odio più grave accaduto negli ultimi due decenni
Sabato sera del 2 marzo 2024 verso le ore 22 a Zurigo Selnau un uomo riconoscibile esteriormente come ebreo è rimasto vittima di un accoltellamento. La vittima cinquantenne ha riportato gravi lesioni ed è riuscito a sopravvivere all’aggressione solo con molta fortuna. È stato ricoverato in terapia intensiva. L’aggressore fermato è un quindicenne con doppia cittadinanza svizzera e tunisina. Aveva annunciato le sue intenzioni in Internet dichiarandosi appartenente allo Stato islamico IS. Nel suo video e sul luogo del reato ha svelato chiaramente il suo obiettivo di volere uccidere ebrei.
Questo atto rappresenta il crimine d’odio più grave accaduto in Svizzera negli ultimi due decenni. Anche nel confronto europeo l’atto non ha precedenti. Le precise circostanze della radicalizzazione dell’autore sono ancora oggetto delle indagini. Tuttavia, l’atto è collegabile alla guerra a Gaza, come si evince dal video dell’aggressore. Il trigger di ottobre ha scatenato una dinamica mai vista in questa misura in Svizzera. Il mero numero degli episodi registrati è spaventoso. Anche l’intensità e la gravità dei singoli episodi sono di per sé eccezionali. È in atto una dinamica che, da un lato, fa emergere l’antisemitismo latente e, dall’altro, tende ad amplificare il fenomeno. L’accoltellamento di un padre di famiglia ebreo, il bersaglio ebreo scelto arbitrariamente, ne rappresenta il culmine.
La FSCI e la GRA chiedono alla politica e alla società civile una coesione chiara e inequivocabile
Questa ondata di episodi di antisemitismo e infine il recente tentato omicidio di un ebreo stanno avendo ripercussioni notevoli sulla comunità ebraica in Svizzera. L’incertezza è aumentata notevolmente. Farsi riconoscere come ebrei in pubblico è spesso accompagnato da preoccupazione, ritegno e persino paura. Ciò è inaccettabile a livello politico-sociale. Questo sviluppo con l’accoltellamento come punto culminante deve portare a una svolta nella politica svizzera di lotta all’antisemitismo. È anche un campanello d’allarme per la società civile che deve reagire, replicando con coraggio civile e disponibilità al dialogo. Sono tenute a intervenire la politica e le autorità, soddisfacendo le ripetute richieste di adottare opportune contromisure. La FSCI e la GRA da anni hanno messo in guardia, affermando che alle parole possono seguire i fatti. Ora siamo arrivati a questo punto e non si può più stare a guardare. C’è urgente bisogno di un maggiore impegno da parte dello Stato nel monitorare l’antisemitismo e il razzismo. C’è finalmente bisogno di strumenti giuridici contro i discorsi di incitamento all’odio. C’è bisogno della volontà di influire sulle piattaforme social in modo tale che si astengano dal diffondere l’odio. In generale c’è bisogno di una chiara strategia della Confederazione contro l’antisemitismo, e qui la politica deve velocizzare i dibattiti. Infine, c’è bisogno di un chiaro segnale contro i simboli nazisti, che quest’anno sono comparsi numerosi sui muri delle case. Qui il Parlamento è chiamato a evitare interminabili dibattiti e a individuare una soluzione costruttiva e rapidamente attuabile.
-
Download
-
Versione integrale del rapporto
Gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 hanno provocato una vera e propria ondata di antisemitismo in Svizzera, alimentata ulteriormente dalla successiva guerra a Gaza. Le indagini condotte per il rapporto sull’antisemitismo mostrano qui il manifestarsi di un evento scatenante, mai osservato in questa misura negli ultimi decenni.
-
Contatto per i media
-
Servizio media della FSCI
Il Servizio media della FSCI è a disposizione per ulteriori informazioni di approfondimento e per il rilascio di interviste.
+41 43 305 07 72, media@swissjews.ch