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La storia della comunità ebraica in Svizzera è lunga e variegata. Si è sempre mossa tra emarginazione e integrazione. La FSCI promuove la sua visibilità e la salvaguardia del suo patrimonio culturale.
La storia della vita ebraica in Svizzera risale probabilmente all’epoca romana e nel corso del tempo ha acquisito tante sfaccettature tra loro diverse. Nel patrimonio culturale ebraico si riflettono sia la nuova prosperità raggiunta dall’uguaglianza che i momenti più oscuri delle persecuzioni ed espulsioni in epoca medievale. La visibilità della storia ebraica e la salvaguardia del relativo patrimonio culturale sono aspetti d’importanza fondamentale per la FSCI.
Prime comunità ebraiche in Svizzera
Già in epoca romana, nel IV secolo dell’era moderna, c’erano probabilmente artigiani e commercianti ebrei in quella che è oggi la Svizzera. Reperti archeologici o testuali della presenza di una comunità ebraica in tale epoca, tuttavia, non ne esistono a parte l’anello con la rappresentazione di una Menorah trovato ad Augusta Raurica. Nella Borgogna del regno di Francia, che comprendeva ampie aree appartenenti oggi a Berna e al Giura, vivevano ebrei già all’inizio del VI secolo. La posizione giuridica e politica della popolazione ebraica peggiorò con il crescente influsso della Chiesa sullo Stato e la comunità ebraica venne assoggettata a leggi speciali volte a porre gli ebrei in posizioni d’emarginazione rispetto alla restante popolazione.
Gli ebrei nel Medioevo e durante l’epoca della peste
All’inizio del XIII secolo gli ebrei vivevano già in molte città svizzere come Basilea, Berna, Ginevra e Zurigo. Ne sono testimonianza, ad esempio, gli interessanti affreschi murali della casa in Brunngasse 8 a Zurigo, all’epoca di proprietà di una famiglia ebraica. La popolazione ebraica continuava ad essere soggetta a leggi speciali discriminanti, dovevano versare un tributo, la cosiddetta imposta sugli ebrei, e agli ebrei era fatto divieto di esercitare le professioni di artigiani, commercianti o agricoltori. Le condizioni di vita degli ebrei, già di per sé difficili, per gli ebrei peggiorarono ulteriormente quando venne loro attribuita la responsabilità della peste nera (1348/49). In quell’epoca vennero torturati, mandati al rogo o espulsi da molti luoghi. In seguito, si reinsediarono delle comunità minori, ma accuse di omicidio rituale fecero riprendere le loro persecuzioni. Alla fine, gli ebrei furono espulsi da tutta la Confederazione a partire dal 1491, il che significò il temporaneo declino della vita ebraica in Svizzera.
Prima età moderna e i villaggi ebraici di Endingen e Lengnau
Nel periodo dall’espulsione nel 1491 sino alla fine del XVI secolo probabilmente non esistettero gruppi di grandezza tale da poter formare una comunità ebraica. A partire dal XVII secolo e sino alla fine del XVIII secolo agli ebrei fu concesso di insediarsi permanentemente solo a Endingen e a Lengnau. Nei due villaggi, che oggi si trovano in Argovia, nacque una vita comunitaria ebraica con due sinagoghe rappresentative. Nacque anche un vivace scambio culturale con la popolazione non ebrea, che, per esempio, adottò espressioni dallo yiddish. Ma anche lì non godevano di pari diritti. Non era permesso loro di possedere beni immobili né di esercitare attività artigianali. L’associazione Doppeltür si dedica a questa storia unica dei villaggi ebraici nella valle della Surb nell’intento di rendere più visibile questo patrimonio culturale.
Verso l’emancipazione: dal 1798 al 1866
Nel 1798 gli ebrei residenti nella valle della Surb si rivolsero al governo elvetico per ottenere una completa parificazione giuridica. Il parlamento respinse però questa richiesta. Anche la nuova Costituzione federale del 1848 non portò alla tanto agognata parificazione giuridica ed escluse la comunità ebraica in Svizzera dalla libertà di domicilio. Solo con la revisione parziale della Costituzione federale nel 1866 gli ebrei ottennero la parificazione giuridica con gli altri cittadini svizzeri. Con la revisione totale della Costituzione federale nel 1874, anche alla comunità ebraica fu concesso il diritto di praticare liberamente la propria religione.
Gli inizi del giudaismo svizzero – crescita e urbanizzazione: dal 1866 al 1933
Le principali strutture dell’ebraismo svizzero si sono sviluppate nell’epoca pionieristica industriale, decenni dopo aver ottenuto la parificazione giuridica. Con l’emancipazione molti ebrei si spostarono dalle campagne alle città. Già all’inizio del XX secolo, la maggior parte degli ebrei svizzeri viveva a Basilea, Ginevra o Zurigo. Nell’epoca pionieristica industriale la popolazione ebraica crebbe. Vennero fondate comunità, costruite sinagoghe e costituite associazioni. In Svizzera si instaurò una vivace vita comunitaria ebraica. A partire dal 1904 l’associazione mantello FSCI riunì per la prima volta la comunità ebraica in Svizzera sotto un’unica egida. Lo scopo della neocostituita federazione era di «tutelare e rappresentare gli interessi generali del giudaismo in Svizzera».
Avvento del nazionalsocialismo e Seconda guerra mondiale: dal 1933 al 1945
Con l’avvento del nazionalsocialismo in Germania e della relativa ideologia la comunità ebraica in Svizzera si è ritrovata doppiamente sotto pressione. A causa della politica in materia d’asilo, poco accogliente nei confronti dei rifugiati ebrei, e dell’antisemitismo dilagante in Svizzera e all’estero, la comunità ebraica era costretta a trovare un equilibrio tra adattamento e coraggio civile. Questa sfida ha dominato i dibattiti nella comunità ebraica in quell’epoca. La maggior parte dei profughi che riuscirono a rifugiarsi in Svizzera malgrado la politica antiebraica sono stati assistiti dall’Unione svizzera dei comitati ebraici di assistenza ai rifugiati VSJF (VSIA fino al 1943).
Dal 1945 a oggi
Il superamento degli avvenimenti e delle esperienze traumatiche vissute negli anni 1930 e 1940 ha caratterizzato e impegnato anche in seguito la comunità ebraica in Svizzera. Allo stesso tempo le comunità hanno potuto consolidare e ampliare la propria infrastruttura grazie alla forte e duratura congiuntura del secondo dopoguerra. Oltre alle offerte tradizionali dei Comuni, come le funzioni religiose e le lezioni di religione, si aggiunsero anche scuole diurne, biblioteche e svariati eventi culturali e sociali. Lo sviluppo dell’intera società verso una maggiore pluralità e multiculturalità dalla fine della guerra portò inoltre sia a una maggiore integrazione che assimilazione degli ebrei in Svizzera. Oggi in Svizzera vivono circa 18 000 persone di confessione ebraica. La maggior parte di loro vive a Basilea, Berna, Ginevra, Losanna e Zurigo.
Bibliografia
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Brunschwig, Annette 2005: Vom 13. Jahrhundert bis zur Französischen Revolution, in: Brunschwig, Annette et al. (ed.): Geschichte der Juden im Kanton Zürich. Von den Anfängen bis in die heutige Zeit, Zurigo: Orell Füssli.
Guggenheim-Grünberg, Florence/ Guggenheim, Willy (ed.) 1982: Juden in der Schweiz. Glaube, Geschichte, Gegenwart. Küsnacht: Kürz.
Picard, Jacques 1997: Die Schweiz und die Juden. 1933-1945, Zurigo: Chronos Verlag.